Condividiamo con voi oggi la testimonianza di suor Lucia Turato, una nostra sorella elisabettina che vive ad Assisi, nella comunità Casa Incontro e che si sta preparando per partire per l’Ecuador (la famiglia elisabettina qui è presente nelle città di Quito, Duran e Portoviejo). Lì raggiungerà le sorelle elisabettine, con le quali condividerà vita di fraternità e missione tra la gente.
Le abbiamo chiesto di raccontarci un po’ gli stati d’animo e i pensieri che si “muovono” dentro di lei riguardo a questa chiamata a partire e a questo nuovo inizio. Ascoltiamo le sue parole!
Testimonianza di suor Lucia
La maggior parte della mia vita religiosa l’ho dedicata alla cura dei bambini come “madre”, perciò in una condivisione familiare molto ordinaria fatta di accoglienza reciproca delle mie e delle loro sofferenze che mi hanno modellata e resa capace di far spazio, di rispettoso silenzio e di amore gratuito.
Ho avuto un tempo in cui mi sono dedicata ad un servizio per anziani sia come educatrice che come direttrice e anche in questo caso ho imparato a conoscere la lentezza: provare il piacere delle piccole cose, amarle e averne cura perché ci sono ora e non sappiamo se tornano…mettere via tutto quello che si impara perché si trasformerà in saggezza.
Ho imparato a scandire il mio tempo mettendomi in ascolto di tutto ciò che mi sta accadendo, imparando a riconoscerlo dentro al disegno di Dio, che è più grande di me: noi siamo per Dio molto belli e questa bellezza è da liberare!
Nella mia disponibilità a raggiungere le sorelle dell’Ecuador provo un senso di orgoglio perché la sento un’opportunità di crescita, di confronto e di liberazione dalle mie paure e dai miei limiti perché, come in ogni ambiente che non conosciamo, ci mettiamo in gioco nuovamente sia esso ambiente di lavoro o di scuola!
E si mette in gioco tutto quello che si è coltivato sia le volte che siamo caduti a terra sia le volte che abbiamo annaffiato con le lacrime usate per rialzarsi; emerge l’esperienza di amore vissuta con Dio, perché è solo il suo amore che vince e ci convince!
Ho sperimentato che Lui abita dove lo lascio entrare e che è bene sprecarsi nell’amore come fece Maria con il profumo di nardo.
Non nascondo un po’ di timore: nonostante l’ascolto di esperienze di altre sorelle e fratelli passati per questa terra e il confronto con chi sta vivendo in questo momento in Ecuador, questo nuovo inizio rimane per me un’incognita che si svelerà mano a mano che gli andrò incontro.
Porto con me queste parole di Madre Elisabetta:
“Servi a Dio come meglio puoi; non sono i gusti che a Dio piacciono, ma le opere; senza di questi lo servi a tue spese e gli dimostri il tuo AMORE in fatti, non in parole. Le noie, le aridità, le tentazioni, il chiaro del dì e le tenebre della spiritual notte sono tutte necessarie per la maturazione dei frutti che attende da noi lo sposo, perciò tutte queste cose care ti siano, come i veri chiari e le grazie più distinte” (E 7).
In ugual modo San Francesco ci è stato testimone: amare ora e fino in fondo. Possiamo dire che tutti noi abbiamo un “difetto di fabbricazione”: abbiamo ricevuto, ciascuno di noi, un amore totale e per sempre, senza nessuna data di scadenza! Per questo sento che la spinta per me è diventare la versione migliore di me stessa, dunque amare di più!
suor Lucia Turato