La grande famiglia francescana, insieme a tutta la Chiesa e a tanta tanta gente, ricorda nella notte del 3 ottobre l’ultimo sì di Francesco, quello a Sorella Morte, ultimo dei tanti sì al Signore.
Aveva cominciato presto: aveva detto sì al Signore a lasciare la sua casa, la sua famiglia per seguirlo; il sì ad incontrarlo nel lebbroso e nei poveri e seguirlo; il sì alla fraternità, fatta di fratelli e sorelle, ma anche di incomprensioni e seguirlo. Aveva detto sì a portare la sua Parola tra la gente, anche gli umili, anche gli alti prelati e seguirlo; il sì a portare nel corpo i segni della sofferenza di Cristo sulla croce e seguirlo; il sì sempre detto con gioia, non senza fatica, anche l’ultimo.

San Bonaventura, nella Legenda Major descrive così gli ultimi momenti della preziosa vita del Santo.

«Avvicinandosi il momento del suo transito, fece chiamare intorno a sé tutti i frati del luogo e, consolandoli della sua morte con espressioni carezzevoli li esortò con paterno affetto all’amore di Dio. Si diffuse a parlare sulla necessità di conservare la pazienza, la povertà, la fedeltà alla santa Chiesa romana, ma ponendo sopra tutte le altre norme il santo Vangelo. Mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra di loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce (giacché aveva sempre amato questo segno) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso. Inoltre aggiunse ancora: “State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia!”. Terminata questa dolce ammonizione, l’uomo a Dio carissimo comandò che gli portassero il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il passo di Giovanni, che incomincia: “Prima della festa di Pasqua…” (Gv 13, 1). Egli, poi, come poté, proruppe nell’esclamazione del salmo: “Con la mia voce al Signore io grido, con la mia voce il Signore io supplico” e lo recitò fin al versetto finale: “Mi attendono i giusti, per il momento in cui mi darai la ricompensa” (cfr. Sal 141, 1-8). Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell’anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell’abisso della chiarità divina e l’uomo beato s’addormentò nel Signore (cfr. At 7, 60)».
(FF 1241 – 1242 – 1243)

La Porziuncola, Assisi

Anche noi suore francescane elisabettine celebriamo con fede e gioia la vita e la vita eterna di Francesco e preghiamo.

Signore donaci la grazia di seguirti come ha fatto il nostro padre e fratello Francesco, nella semplicità della nostra vita quotidiana, fatta di tanti piccoli sì.

suor Anna Pontarin

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