Finalmente, dopo un bel po’ di tempo, è ritornato a Casa Santa Sofia, a Padova, il campo di servizio e fraternità.
Il titolo ServiAmo dice già tutto: un tempo di servizio per fare esperienza di dono di sé nella certezza che l’amore dato, il bene fatto tornano sempre indietro perché ciò che muove è l’amore di Gesù che ci ha insegnato a servire senza pretendere nulla in cambio…appunto, solo per amore, sull’esempio del Buon Samaritano.
Così dal 21 al 27 agosto un piccolo ma entusiasta gruppo di giovani ha scelto di vivere questa esperienza tra Casa Santa Sofia, luogo dove si è vissuto, e le Cucine Economiche Popolari, luogo del servizio (vedi qui https://fondazionenervopasini.it/).
I giovani hanno anche usufruito di un un momento di formazione con Giuseppe operatore alle Cucine sul tema del conflitto e della relazione con l’altro.
Una esperienza bella, semplice ma molto significativa che i giovani sintetizzano così nella loro testimonianza:
«La formazione ci ha preparato a vivere con serenità e consapevolezza il servizio.
Il primo contatto con l’ospite avveniva allo sportello, dove servivamo il pranzo, poi proseguiva in sala. All’inizio non è mancata qualche difficoltà dovuta alle nostre aspettative di non deludere l’ospite e ad alcune incomprensioni causate dalla diversità della lingua e dalla distanza fisica. Con il passare dei giorni però ci siamo sentiti a nostro agio e accolti dagli operatori, dalle operatrici, dalle volontarie, dai volontari, dalle suore e dagli ospiti.
L’incontro con l’altro è stato arricchente perché ci ha permesso di metterci in ascolto del prossimo uscendo da noi stessi e dai nostri pregiudizi; questa esperienza ci ha mostrato che ogni persona ha qualcosa di unico da donarci. Abbiamo riscoperto l’importanza dei piccoli gesti come uno sguardo, un sorriso o un semplice grazie.
L’insegnamento più prezioso che portiamo con noi al termine di questa settimana è la consapevolezza di essere uomini e donne parte di una stessa umanità, con i medesimi bisogni di amore e di accoglienza ma soprattutto accomunati dalla stessa dignità di figli di Dio».
Annalisa, Annamaria, Chiara, Elena e Marco