All’origine di ogni relazione d’amore c’è un incontro il cui ricordo resta indelebile nella mente e nel cuore. Il crocifisso di san Damiano che indosso dal giorno della mia prima professione religiosa mi riporta proprio al momento in cui veramente mi sono lasciata incontrare dal Signore.
Sono sempre stata una ragazza molto presente e attiva in parrocchia. Il mio essere e vivere da cristiana però era legato più al fare o “non fare”, frutto di una relazione un po’ superficiale con il Signore. Avevo sentito parlare di un Dio che è Padre, che ama, ma non ne avevo fatto esperienza diretta. In realtà ne avevo timore e restavo a distanza. Un giorno però il Signore si è fermato a casa mia, in occasione di una missione popolare francescana, e allora ho scelto di fermarmi anche io con lui. Un po’ spinta dal senso del dovere, ma in fondo mossa anche da una certa curiosità. È stata l’occasione per scendere in profondità e fare esperienza dell’essenziale. Per una settimana intera l’immagine del crocifisso di san Damiano è stata esposta nella mia chiesa parrocchiale, spesso mi sono trovata a guardare Cristo su quella croce, a contemplarlo. Nel suo sguardo ho trovato l’amore che cercavo da tempo ed ho scoperto che anche lui mi stava aspettando. Mi sono sentita amata così come ero, soprattutto in quelle debolezze che tanto mi pesavano. La mia sete di pienezza e di senso aveva trovato finalmente la sorgente.
In cammino
Questo incontro ha dato un nuovo senso alla mia vita di giovane cristiana, ne è diventato il fondamento e il motore. Custodivo il desiderio di crescere nella relazione con il Signore, di gustarne la bellezza e di annunciarla. Come? Dove? Nei tempi e nei luoghi della mia quotidianità! Allo studio, alle relazioni, ai vari impegni, si affiancava la preghiera, l’ascolto della Parola, la condivisione con altri giovani di esperienze di
servizio e fraternità.
Proprio in questa quotidianità è sorta in me una domanda: Cosa desidera il Signore per la mia vita? Qual è la mia vocazione?
In un primo momento sono fuggita da questi interrogativi. Intuivo che il Signore mi
chiedeva un di più ma avevo il timore di sbagliarmi e non ero pronta ad affrontare un cammino di discernimento vocazionale in libertà, consapevolezza e serenità.
Il Signore è stato paziente. Ha posto sul mio cammino tante occasioni di crescita spirituale e umana e, soprattutto, ha custodito nel mio cuore quelle domande e il desiderio di trovare delle risposte. Ero quasi giunta al termine del percorso universitario quando ho avvertito il bisogno di fare chiarezza nella mia vita: ero soddisfatta, contenta, ma mancava qualcosa. Dovevo affrontare quel discernimento che avevo fuggito.
Ho scoperto per caso l’esistenza del gruppo Porziuncola, organizzato dalle suore elisabettine in collaborazione con i frati del Santo, e ho scelto di partecipare. Per me è stata una preziosa opportunità: sono stata accompagnata nel discernimento della mia vocazione e ho condiviso quest’esperienza con altri giovani.
Ho ricevuto tanti strumenti per mettermi in ascolto del Signore, imparare a riconoscerlo presente in ogni aspetto della mia vita e a dedicargli spazi e tempi. Ho potuto riguardare alla mia vita e accogliere con amore e rispetto la mia storia personale. Sono stata in ascolto di diverse testimonianze vocazionali, lasciandomi interrogare da esse.
Ho incontrato concretamente il carisma elisabettino grazie alle suore che ci hanno accolti e accompagnati nel cammino. Ammiravo in loro la gioia di essere totalmente donate al Signore, vivendo una fraternità sincera, semplice e mettendosi al servizio del prossimo con gratuità. Inoltre il carisma francescano mi aveva da sempre affascinata. È ritornata così la domanda: e se il Signore stesse chiedendo anche a me tutto ciò?
Non mi sono lasciata vincere dalla paura, anzi ho scelto di fidarmi e rispondere all’invito che sentivo per me: “Vieni e vedi”. Ho continuato il cammino di discernimento per conoscere più da vicino la famiglia elisabettina. Ho scoperto che l’esperienza vissuta dalla beata Elisabetta Vendramini, di sentirsi figlia prediletta e amata dal Signore, era la stessa esperienza che aveva dato una svolta alla mia vita e che tuttora la sostiene ed anima. Mi sentivo chiamata a farmi annunciatrice di ciò. Così, fidandomi del Signore, pastore buono che mi aveva chiamata per nome, mi aveva guidata fuori dai miei recinti, verso la pienezza, ho scelto di cominciare il cammino formativo, entrando in postulato. Durante quel tempo, attraverso la preghiera, il servizio e la vita comunitaria, ho maturato in me la consapevolezza che nel Signore è la mia via, verità e vita, così ho chiesto di essere ammessa in noviziato.
In questo tempo, detto della prova, mi sono sperimentata nel vivere una vita obbediente, povera, casta, fraterna, in uno stile francescano; una vita il cui centro è la relazione con Signore, fondamento di ogni altra relazione e servizio. Ho fatto esperienza del centuplo che Dio promette a chi lascia tutto per seguirlo, ho visto la mia vita fiorire e così ho compreso che il Signore mi ha scelta e desiderata proprio in questa famiglia elisabettina affinchè viva in pienezza e porti frutto, per il mio bene e quello dei fratelli. Sostenuta da questo discernimento il 17 settembre 2023 ho professato i voti temporanei, con il desiderio di rimanere nell’amore di Cristo perché è in lui la sorgente della mia vita.
Davanti a me si apre un cammino tutto da scoprire, ripongo la mia fiducia nel Signore, certa che non resterò delusa.
Anche tu prova a fidarti e vedrai compiersi meraviglie.